"Mangio merda di cane frammista alla merda di alcune puttane
cui lesto il culo pulisco con un materiale che IO stabilisco"
Prima però, mi piacerebbe presentare un riassunto veloce e neutrale del post di Shuttleworth, dopodiché mi pronuncierò al riguardo.
Vi dico soltanto che, dopo averlo letto, questa è stata la mia reazione:
La ditta:
Inizio con la traduzione del paragrafo con cui esordisce:
Tribalismo è quando un gruppo di persone inizia a pensare che l'altro gruppo è "sbagliato in partenza". È la forma più alla base del razzismo ed il sessismo. Inoltre la forma più dannosa di tribalismo è completamente invisibile: non ha niente a che fare con l'appartenenza di sangue di qualcuno ma riguarda invece in pieno le sue affiliazioni: Dove lavorano, quale squadra tifano, quale distribuzione linux amano. "Shuttleworth in sostanza dice che i pregiudizi non fanno bene alla comunità. Essere fanboys non aiuta, non è costruttivo. È per questo che bisognerebbe fare a meno del tribalismo. Allo stesso tempo, afferma che uno dei valori nella comunità di Ubuntu è quello di rispettare tutti i suoi membri per uguale.
[...]
"Quindi se tu senti qualcuno che dice 'Microsoft è il male assoluto', quella è una bella bandiera rossa del pensiero tribalista.
[...]
Siamo chiari: il tribalismo ti rende stupido.
Ribadisce che, comunque sia, le cose brutte capitano e Ubuntu come i flame ad esempio. Ma "È per questo che noi abbiamo una forte struttura gerarchica, che, si spera, assegna posti di responsabilità a persone che siano libere da nature tribali"
Continua dicendo "In questi istanti, per svariate ragioni, c'è una febbre a 90 di tribalismo in corso nel mondo del software libero. È triste. non è costruttivo".
Nella seconda parte si rivolge alla comunità di Ubuntu di non immischiarsi in litigi tribali. Chiedendo loro "sostenete tutto ciò che voi crediate sia il vero. Tu conosci i tuoi valori. Tu conosci quanto sodo lavori. Tu conosci l'incredibile differenza che fai col tuo lavoro. Tu sai che lo fai per una complessa miscela di Amore e Denaro." esortandoli ad essere orgogliosi di formare parte di Ubuntu.
Chiede ancora di non mettersi a discutere (There is no need to get into a playground squabble) sui propri valori, sulla propria etica, sulle capacità o il contributo. Dopo di ché esalta e spiega quanto è contento di appartenere a Ubuntu. Affermando che è la miglior cosa che gli è successa in vita. Elogiando tutti i traguardi che la comunità di ubuntu è riuscita a raggiungere e concludendo in questo modo:
"Ma ricorda: noi facciamo tutte queste cose perché
crediamo in tutto ciò, no perché vogliamo provare agli altri che si sbagliano."
Fine del riassunto neutrale.
Sento Cesareo che suona, evidentemente la merda era buona!
Ora lascio quel che penso ai posteri
Da astronauta è passato a fare l'antropologo, bel salto. A parte il fatto che la sua definizione di tribalismo fa solo enfasi nell'accezione violenta del termine. (La parola ha altri significati) Il suo registro linguistico non è un caso. Quando gli conviene fare enfasi sui sentimenti si guarda ben bene di dire: "nel mondo del 'Software Libero'..tutto ciò è triste" ecc... invece dopo usa solo "Open Source" e "Distribuzione Linux" il Gnu se lo scorda. Leggendolo, la figura che mi viene in mente - quando mescola tribalismo con pregiudizi - mentre dà dei tribalisti a chi critica Microsoft, è Stallman. Inoltre non capisco perché si rivolge esclusivamente alla comunità di Ubuntu, meno male che non bisognava fare tribù.
Cosa significhi poi: "complessa miscela di Amore e Denaro", non lo so. E trovo alquanto preoccupante che dica di non mettere in discussione la propria etica e i propri valori, poiché uno deve seguire tutto quel che ritiene "Vero" come se la cosa fosse oggettiva. Anni di pensiero Socratico buttati al cesso. Non solo, conclude con parole del tipo "noi ci battiamo perché crediamo, non perché vogliamo dimostrare che gli altri sbagliano". Perché scusate Stallman quando critica Microsoft, con argomenti parecchio logici, non crede nei suoi valori? Per favore..
È un peccato che a volte non sia così "benevolente" e rispettoso nei confronti degli sviluppatori di ubuntu, rispondendo in questo modo. ma come ha detto prima si giustificherà dicendo che sono gli altri "tribali". Quella risposta è stata data ad un ex membro di ubuntu, creatore di Eeeubuntu, ingegnere di Red Hat, che faceva dei bellissimi passi avanti nel ambiente ubuntu-netbook e ora è andato via e la sua distro si chiama Aurora OS. Forse avete sentito parlare di Jupiter, un programma che si occupa della gestione energetica dei netbook.
Uno con le palle, che non cerca di fare l'antropologo, è Stefano Zacchiroli, Project Leader di Debian, che recentemente è andato all'UDS e gli ha detto: signori Ubuntu ha il 75% di pacchetti che provengo da Debian senza patchare, il 18% restante proviene da Debian ma viene patchato da voi. Ora, visto che Ubuntu è Debian, cooperiamo insieme.
ecco la sua presentazione. Questo significa avere buon senso, e cercare di andare avanti. Con dati di fatto.
Diverso è fare riferimento ad un tribalismo generico con dei fanboy generici... ecc. Con un campo semantico di parole come: triste, felice, amore, vero... non so se rendo l'idea.
Per concludere, dico solo che tante persone che criticano Ubuntu, tra cui io, affermano le sue ragioni perché vedono con sincerità che si va verso una omologazione nel software libero e credono che l'omologazione sia un male.
Quindi il problema non è antropologico, il problema è analizzare le cose per saper distinguere quando un post è una "critica" e quando è solo un flame.