Ora il futuro è il mobile. I tablet. Avete mai cercato di lavorare con un tablet? te che sei in ufficio ti immagini con un tablet in mano a fare le tue relazioni? O tu che devi programmare, ti ci vedo sorridente usando la tastiera touchpad, sì. Andiamo. I tablet sono fatti per essere usati a caso, per passare il tempo. O almeno, stando alle ultime ricerche negli Stati Uniti, il 35% degli utenti ammette di usarlo in bagno.
Più di uno si sarà posto la la domanda sul perché i netbook persero terreno di fronte ai tablet. Perché un aggeggio leggero, a basso costo di produzione e con il potenziale migliorato che poteva dargli una distro gnu/linux ha perso, sul mercato, contro i tablet e i mobile (che costano di più, sono per lo più blindati e più limitati). Il carissimo Jumpinshark non solo si è posto la domanda ma si è dato anche una risposta.
Come potrete leggere nel suo post - oltre a scoprire il meraviglioso aggeggio Raspberry -, il fattore fondamentale in questa battaglia è proprio il terreno di gioco. Il mercato. La domanda che mi pongo è: si può pretendere che una tecnologia poco costosa, accessibile a gran parte della popolazione mondiale e diffusa con software libero possa vincere nel mercato, proprio il terreno che appartiene alla concorrenza?
Concettualmente parlando, la politica del "siamo in concorrenza, ai vostri posti, via" è legata ad un sistema politico ben preciso, la "competitività di mercato" è un concetto che si sposa con il pensiero capitalista, dove le premesse sono "io vinco a spese dell'altro". Ma fin qui, niente che non sapessimo già.
Il problema arriva quando questa politica si scontra con la diffusione della conoscenza. Quando la proliferazione di contenuti, informazione, idee e accessibilità per gran parte della popolazione va in contrasto con il sistema, perché fa perdere, a chi detiene il potere, parte del suo capitale.
Il altre parole, la diffusione della conoscenza, che significa anche "accessibilità" alla massa, va a cozzare contro il mercato, sia per la questione dei brevetti, il copyright, ma anche per la competitività. Diffondere conoscenza significa condividere la risorsa a disposizione, anziché lottare per il possesso di essa.
Molti dei suddetti "attivisti digitali" si battono costantemente per portare il FOSS ovunque, convinti di combattere in parte il sistema. Sbagliato.
Il FOSS è da tempo diviso in due frangenti apparentemente simili. Il progetto GNU (per chi sostiene il Software Libero) e Linux (per chi principalmente sostiene il Open Source). I concetti vengono parecchio confusi, ma possono - devono - reggersi insieme e convivere.
Tuttavia esiste chi sostiene l'Open Source a discapito del Software Libero, e in quel caso la diffusione della conoscenza viene meno. Inutile dire da che parte stanno le aziende. La loro filastrocca consiste nell'affermare l'idea del «vogliamo portare prodotti competitivi per il mercato ma che siano liberi, aperti e senza licenza» detta in parole povere, cercano di fregarti, e ci riescono.
Qualcuno dovrebbe spiegarmi, perché non mi è chiaro, cosa c'entri un idea come la diffusione della conoscenza, con quella della competitività di mercato. È una prerogativa essenziale che per essere un prodotto libero, e popolare, esso debba essere "competitivo per il mercato"?
Stando a Canonical, Azienda che produce Ubuntu, sì. Per affermare ciò, ricorrono al bisogno indotto - anche conosciuto come bug#1 -, sostenendo che la distribuzione GNU/Linux è venuta al mondo per combattere Microsoft. E riescono a far si che l'utente voglia avere un sistema libero, aperto, senza licenza, ma allo stesso tempo competitivo per il mercato.
Ora, siccome tutti i Big puntano a questa tecnologia di massa, dall'inizio di quest'anno si legge spesso che "il desktop ha fallito", che quest'anno è l'anno de La-Fine-Del-Desktop. E Molti a quel punto tentano di differenziare almeno la validità di Android vs sistemi come iOS. Sbagliato anche qui.
Intanto il concetto di desktop non morirà. Forse è proprio vero che lo sviluppo della tecnologia in generale andrà a favorire android, tablets, telefoni e via discorrendo. È sicuro, ma dubito fortemente che gli sviluppatori che usano tastiera e mouse vorranno programmare su un tablet.
E infine, badate bene. Concentrandosi di più sullo sviluppo per Android e per il "market mobile", la Linux Foundation non sta facendo altro che assecondare il mercato. E non dovremmo meravigliarci, visto che i loro sponsors sono gli stessi che regolano tale "market", tra cui IBM, Intel, Adobe e in sostanza, le stesse aziende che, guarda a caso, sopportano leggi come SOPA. Comparate gli ultimi due link per vederlo coi vostri occhi. Sorpresi?
Morale della favola, o come mi piacerebbe chiamarla, chiave di lettura per tutta la faccenda.
Non c'è nessuna rivoluzione. E non ci sarà mai alcuna rivoluzione finché gli strumenti che si utilizzano per combattere il sistema continuino in realtà ad assecondarlo.
La stessa discussione sul Desktop vs Tablet asseconda il mercato. La soluzione, per quanto riguarda il FOSS, andrebbe ricercata nei luoghi pubblici, nella Pubblica Amministrazione, nella Scuola, posti in cui lo stato - se democratico - dovrebbe garantire accessibilità e conoscenza a tutti. Anziché cercare di convincere alla gente di installare Software Libero a casa propria, cerchiamo di convincere lo stato a usare Software Libero, per trasparenza, accessibilità e diffusione di conoscenza. Non a caso, Stallman ha sempre sostenuto che il software libero è una questione politica.
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Domanda bonus: pensate che l'aggeggio come il Raspberry potrebbe portare tecnologia accessibile, poco costosa, e libera alla massa? Io credo di sì. Ho paura che però il mercato faccia di tutto per non farcela arrivare. O almeno, faranno di tutto per vendercelo edulcorato e non a 25 euro.
Più di uno si sarà posto la la domanda sul perché i netbook persero terreno di fronte ai tablet. Perché un aggeggio leggero, a basso costo di produzione e con il potenziale migliorato che poteva dargli una distro gnu/linux ha perso, sul mercato, contro i tablet e i mobile (che costano di più, sono per lo più blindati e più limitati). Il carissimo Jumpinshark non solo si è posto la domanda ma si è dato anche una risposta.
Come potrete leggere nel suo post - oltre a scoprire il meraviglioso aggeggio Raspberry -, il fattore fondamentale in questa battaglia è proprio il terreno di gioco. Il mercato. La domanda che mi pongo è: si può pretendere che una tecnologia poco costosa, accessibile a gran parte della popolazione mondiale e diffusa con software libero possa vincere nel mercato, proprio il terreno che appartiene alla concorrenza?
Competizione e diffusione di conoscenza
La parola competitività designa un'attitudine, non solo umana. Un'attitudine che parte da una premessa aggressiva. Si entra in competizione perché una risorsa scarseggia. Ora, quando un prodotto è competitivo per il mercato, la risorsa che scarseggia sono i soldi. Gli utenti del suddetto prodotto, sono la via di mezzo per arrivare al profitto, il denaro.Concettualmente parlando, la politica del "siamo in concorrenza, ai vostri posti, via" è legata ad un sistema politico ben preciso, la "competitività di mercato" è un concetto che si sposa con il pensiero capitalista, dove le premesse sono "io vinco a spese dell'altro". Ma fin qui, niente che non sapessimo già.
Il problema arriva quando questa politica si scontra con la diffusione della conoscenza. Quando la proliferazione di contenuti, informazione, idee e accessibilità per gran parte della popolazione va in contrasto con il sistema, perché fa perdere, a chi detiene il potere, parte del suo capitale.
Il altre parole, la diffusione della conoscenza, che significa anche "accessibilità" alla massa, va a cozzare contro il mercato, sia per la questione dei brevetti, il copyright, ma anche per la competitività. Diffondere conoscenza significa condividere la risorsa a disposizione, anziché lottare per il possesso di essa.
Il FOSS e il mercato
Il discorso può adeguarsi a molti "ambienti". Vorrei fare un esempio legato al mondo del FOSS (Free and Open Source System), un grosso movimento partito proprio per aiutare la diffusione della conoscenza, per sopperire, appunto, alla mancanza di un sistema che mettesse al primo posto l'utente e non l'azienda che vende il prodotto.Molti dei suddetti "attivisti digitali" si battono costantemente per portare il FOSS ovunque, convinti di combattere in parte il sistema. Sbagliato.
Il FOSS è da tempo diviso in due frangenti apparentemente simili. Il progetto GNU (per chi sostiene il Software Libero) e Linux (per chi principalmente sostiene il Open Source). I concetti vengono parecchio confusi, ma possono - devono - reggersi insieme e convivere.
Tuttavia esiste chi sostiene l'Open Source a discapito del Software Libero, e in quel caso la diffusione della conoscenza viene meno. Inutile dire da che parte stanno le aziende. La loro filastrocca consiste nell'affermare l'idea del «vogliamo portare prodotti competitivi per il mercato ma che siano liberi, aperti e senza licenza» detta in parole povere, cercano di fregarti, e ci riescono.
Qualcuno dovrebbe spiegarmi, perché non mi è chiaro, cosa c'entri un idea come la diffusione della conoscenza, con quella della competitività di mercato. È una prerogativa essenziale che per essere un prodotto libero, e popolare, esso debba essere "competitivo per il mercato"?
Stando a Canonical, Azienda che produce Ubuntu, sì. Per affermare ciò, ricorrono al bisogno indotto - anche conosciuto come bug#1 -, sostenendo che la distribuzione GNU/Linux è venuta al mondo per combattere Microsoft. E riescono a far si che l'utente voglia avere un sistema libero, aperto, senza licenza, ma allo stesso tempo competitivo per il mercato.
Alla ricerca del Desktop perduto
Stesso discorso fatto per Canonical vale per Google, Android, e la voglia di Tablet. Teniamo però a mente un fattore importante. I tablet sono un mezzo di consumo (si usano per leggere, cliccare e scrivere qualche commento) non un mezzo di produzione, non senza una vera tastiera e un mouse. Il punto è che oggettivamente nel mondo ci sono più consumatori di produttori. Ergo, il mercato del mobile è il futuro.Ora, siccome tutti i Big puntano a questa tecnologia di massa, dall'inizio di quest'anno si legge spesso che "il desktop ha fallito", che quest'anno è l'anno de La-Fine-Del-Desktop. E Molti a quel punto tentano di differenziare almeno la validità di Android vs sistemi come iOS. Sbagliato anche qui.
Intanto il concetto di desktop non morirà. Forse è proprio vero che lo sviluppo della tecnologia in generale andrà a favorire android, tablets, telefoni e via discorrendo. È sicuro, ma dubito fortemente che gli sviluppatori che usano tastiera e mouse vorranno programmare su un tablet.
E infine, badate bene. Concentrandosi di più sullo sviluppo per Android e per il "market mobile", la Linux Foundation non sta facendo altro che assecondare il mercato. E non dovremmo meravigliarci, visto che i loro sponsors sono gli stessi che regolano tale "market", tra cui IBM, Intel, Adobe e in sostanza, le stesse aziende che, guarda a caso, sopportano leggi come SOPA. Comparate gli ultimi due link per vederlo coi vostri occhi. Sorpresi?
Morale della favola, o come mi piacerebbe chiamarla, chiave di lettura per tutta la faccenda.
Non c'è nessuna rivoluzione. E non ci sarà mai alcuna rivoluzione finché gli strumenti che si utilizzano per combattere il sistema continuino in realtà ad assecondarlo.
La stessa discussione sul Desktop vs Tablet asseconda il mercato. La soluzione, per quanto riguarda il FOSS, andrebbe ricercata nei luoghi pubblici, nella Pubblica Amministrazione, nella Scuola, posti in cui lo stato - se democratico - dovrebbe garantire accessibilità e conoscenza a tutti. Anziché cercare di convincere alla gente di installare Software Libero a casa propria, cerchiamo di convincere lo stato a usare Software Libero, per trasparenza, accessibilità e diffusione di conoscenza. Non a caso, Stallman ha sempre sostenuto che il software libero è una questione politica.
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Domanda bonus: pensate che l'aggeggio come il Raspberry potrebbe portare tecnologia accessibile, poco costosa, e libera alla massa? Io credo di sì. Ho paura che però il mercato faccia di tutto per non farcela arrivare. O almeno, faranno di tutto per vendercelo edulcorato e non a 25 euro.