Età media 19 e passa, ma c'è pure qualcuno più grande con la sindrome di Peter Pan. Gente che si sveglia presto, parte alle due del mattino e fa la fila dalle 16 del pomeriggio per essere primi il giorno dopo. Avrei pieno rispetto per queste persone - a cui un lavoro darebbe dignità alla loro esistenza - se non fosse che fanno la fila per l'Apple Store.
«chi me l'ha fatto fare? eeh la forza cioè.. la forza di volontà... cioè, perché, è un'esperienza da fare, l'inaugurazione di un Apple Store è un'esperienza assolutamente da fare» - Alex, 18 anni, chi sono i suoi genitori mi è ignoto, ma poverini.
Bologna, quattro del mattino, un ragazzino pettinato alla Justin Bieber e uno sguardo da "questo che sto per dirti è la fine del mondo" punta dritto al suo interlocutore e parte:
«659 euro; 16 gigabite di memoria... [si lecca le labbra, poi guarda in alto a sinistra per ricordare] ... 779 euro; 32 gigabite di memoria» [mentre tu, spettatore, ti chiedi "e quindi!?!?!" la telecamera fa un piano ad altezza uomo, lui è davanti alla vetrina illuminato dalle luci che provengono dall'interno, in piena notte bolognese, sullo sfondo intravedi persone che nella fretta potresti identificare come dei punkabestia fatti di qualche sostanza a random, il suo sguardo è diretto verso l'apple store; inquadratura primo piano, conclude] «mi piacerebbe lavorare in un Apple Store, sì.»
Ti piacerebbe lavorare in Apple Store, già. Mi piacerebbe darti una randellata ai denti, a te, ad Alex e pure a quella "sensata" ragazza che paga l'iPhone a rate. Ma sfortunatamente, non tutto si può nella vita.
Cristo, che poi penso: se li avessi davanti non riuscirei a colpirli perché fanno veramente pena. Ma proprio tanta, ma tanta pena.
Per un commento ed un'analisi più interessante su questo narcisistico torpore non posso che linkarvi un articolo di qualche mese fa: